Peppe Barra di scena al Teatro La Provvidenza l’8 e 9 gennaio
Stasera e domani a Vallo della Lucania doppia occasione per poter partecipare alla visone dell'atteso allestimento “La cantata dei pastori” di Peppe Barra e Paolo Memoli, previsto per lo scorso 10 dicembre ma rinviato a causa dello sciopero degli autotrasportatori. Proprio a causa di un magnifico allestimento e della presenza del maestro e figlio d'arte Peppe Barra si è deciso di raddoppiare le esibizioni: il primo spettacolo sarà riservato agli abbonati ed a coloro i quali avevano già prenotato una poltrona, il giorno sucessivo si procederà con i biglietti del botteghino; entrambi gli spettacoli inizieranno alle ore 21:00. L'opera, interpretata da 40 attori, narra del viaggio tormentato di Maria e Giuseppe verso Betlemme e del loro incontro colla figura caricaturale e comica di Razzullo, interpretato da Barra, uno scrivano povero ed affamato. La cantata fu scritta nel 600 da Andrea Perrucci con l'intento di avvicinare le masse ai contenuti sacri del messaggio cristiano.
Giulio Baffi di Repubblica ha già recensito più che positivamente lo spettacolo di Peppe Barra e Paolo Memoli sottolineando la “Suggestione e poesia per l’apertura offerta dalla fantasia di Roberto De Simone […]. Tra scherzi e tormenti, strepitosi diavoli, saltimbanchi che sputano fuoco e vomitano fumo, sospese atmosfere d’idilliaco stupore, divertenti scontri d’indecisioni fatali. Tradizione da tradire. Per inventare, aggiungendo un nuovo tassello alla memoria di un teatro popolare che si ripete da più di trecento anni e si modifica incessantemente”. Un altro importante cambio di data si è reso necessario per un altro popolarissimo artista partenopeo, Nino D’Angelo che lunedì 18 febbraio presenterà a Vallo “L’ultimo scugnizzo” di Raffele Viviani con la regia di Tato Russo.
il protagonista
Peppe Barra nasce nel 1944 a Roma da una famiglia di artisti napoletani, crebbe nella migliore tradizione del teatro napoletano. Cantante, attore teatrale, attore cinematografico e autore italiano.Ha diviso la scena per anni con sua madre Concetta, voce autorevole della cultura partenopea. Da lei e dal circolo dei veri ricercatori del patrimonio etnico del meridione, ha appreso tecnica e sensibilità filologica, riuscendo poi, grazie al contatto diretto col pubblico, ad attualizzare i concetti del passato trovando nuove vie di comunicazione.
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